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In vino veritas - Montescaglioso (MT)

4 Agosto 2012 Abbazia di S. Michele Arcangelo - Montescaglioso (MT)

Degustazione dei vini del territorio
Cantine Cifarelli, Ditaranto Vini, Masseria del Mezzano, Tenuta Parco dei Monaci.
Festa del libro
in collaborazione con il Parco della Murgia Materana, CEA Montescaglioso, Enoteca Provinciale Mata d’Uva.
Scettabbann in concerto

Il vino e la grotta
Le più antiche testimonianze della cultura della vite, nel territorio di Montescaglioso, si rintracciano già nel VII secolo a.C. nell’abitato indigeno di Lama di Mille ove gli archeologi hanno rintracciato testimonianze di coltivazioni e impianti di spremitura delle uve associati spesso all’ulivo.

Il vino accompagna i rituali ed i ruoli del mondo antico e costituisce una importante voce della produzione agricola ma anche del paesaggio e dell’organizzazione degli abitati ove lo scavare grotte per conservare soprattutto il vino, diviene una pratica costante e ben radicata. Il nome di Montescaglioso compare per la prima volta nell’anno 893 come Monte Scaviosum, con un evidente richiamo al monte scavato dalle grotte vinarie.

Dal secolo XI, con i Benedettini dell’Abbazia di S. Michele, viticultura e produzione di vino sono quasi un’industria poiché costituiscono una delle principali apporti economici alla vita dal monastero. Nei secoli XI e XII i documenti dei monaci citano vigneti all’Avinella, Madonna La Nova, Murro ed altri numerosi feudi rurali. Tra i secoli XVI e XVII, oliveti e vigneti, coprono le colline intorno al paese. I vini di Montescaglioso, sono ritenuti tra i migliori del materano e tra questi spiccano le produzioni dei monaci e del Marchese che hanno anche attrezzato ed organizzato ampie cantine in grotta.

Un numero imponente di cavità artificiali, ancora tutte efficienti fino agli anni sessanta del novecento, si articola
nel sottosuolo del paese con un reticolo di grotte su più livelli. I saperi del mondo agricolo sembrano concentrarsi nel microcosmo della cantina ove ogni spazio ha una funzione precisa e certa. Le vasche per la fermentazion sono in prossimità degli ingressi o nel cortile tanto da poter evacuare immediatamente i pericolosi gas prodotti dai mosti.

Nelle aiole del cortile si depositano le vinacccie che produrranno un terriccio grasso e fertile nel quale si pianteranno le erbe che occorrono nella mensa quotidiana. Nella parte più profonda della grotta si pongono le botti e le damigiane protette dal buio e da una temperatura costante. Si scava una cisterna per l’acqua piovana ed un pozzo per intercettare l’acqua sorgiva. La porta sarà di legno per non aumentare le temperature interne mentre alcune finestrelle permetteranno una buona areazione. Il buon cantiniere lascia sempre aperto un varco per le rondini che entrerano o nidificano nella grotta: è un buon auspicio ma soprattutto faranno strage di moscerini e insetti. Alcune grotte sonno
attrezzate con collegamenti trasversali da utilizzare per passare nella cantina adiacente in caso di crollo della propria. Ad ottobre, infine, il profumo del mosto si propaga dalle cantine ai vicoli segnalando un passaggio cruciale di cicli agricoli e stagionali in attesa, tra Novembre e Dicembre, dell’apertura delle prime botti.

Informazioni

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In vino veritas

4 Agosto 2012
ore 21.00

Abbazia di S. Michele Arcangelo
Montescaglioso (MT)

A cura dell’Amministrazione Comunale di Montescaglioso

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