Testi e traduzioni dei tre canti arbëreshë contenuti nel video.
I canti sono eseguiti dal gruppo Vjesh di San Costantino Albanese composto da:
Pina Ciminelli, Dina Iannibelli, Pina Magnocavallo, Teresa Scutari, Antonietta Brescia.
Testi e traduzioni a cura di Nicola Scaldaferri
I Canti - Testi e traduzioni
Jėma Shėn Mitrit
Canto propiziatorio, eseguito durante la mietitura del grano o nelle serate del mese di settembre quando si accendevano i fuochi nei rioni. Nel testo verbale, dove si fa menzione del sole che viene catturato e nascosto sotto terra, si possono cogliere gli echi del mito classico di Demetra. La struttura musicale, a blocchi accordali, costituisce uno degli esempi più interessanti di polifonia arbëreshe.jëma Shën Mitrit / rrin po sa bënjen kunxil / të më mbjedhen diellin / të m’e kllasen ndë një grut / pirpara stisur me bot / mos t’i hini fare drit / dimri bëni mot i mir / primavera bëni vap / të më bëmi grurë shum / grurë shum e verë shum / të martomi ata guanjun / të marren ato kupile / lule lule trëndafile
la madre di ottobre / faceva sempre dei complotti / per catturare il sole / nella profondità di una grotta / davanti fabbricata di terra / perché non gli entrasse affatto luce / d’inverno fece bel tempo in primavera fece caldo / perché producessimo molto grano / molto grano e molto vino / e facessimo sposare questi ragazzi / e posassero queste ragazze / spose spose come rose
Ēė m’te ti zog sod
Si tratta di una vallja, la più singolare delle manifestazioni musicali arbëresh. E’ una danza cantata di carattere celebrativo eseguita in passato durante le nozze o nelle grandi festività; le donne, vestite nei costumi da festa, tenendosi con un fazzoletto cantavano e danzavano per le vie del paese.Il testo verbale di questa vallja, che racconta della ragazza albanese che si fa beffe del turco, è conosciuto anche in altri paesi arbëresh, ed è stato raccolto anche dal poeta Girolamo De Rada nelle sue Rapsodie di un poema albanese nell’800.
Questa versione musicale invece è tipica invece solo di S. Costantino; presenta una raffinata struttura polifonica e un caratteristico ritmo asimmetrico che attira da sempre l’attenzione dei musicisti (che ne hanno fatto un uso talvolta anche assai spregiudicato).
çë m’pe ti zog sod / çë pe ti pe dhe u / pe turkun me një vash / vasha vej tue vajtuar / turku vej tue knduar / shkuan ka kroj vilanavet / tue ngrën e tue pir / turkut i qilloj gjum / zglidhi brez e mesit saj / lidhi këmb e duar turkut / kur m’u zgjua turkthit / t’klarazit çi bëri turku / sa gjimuan malzit / lotzit çi bëri turku / zun llavin prrenjzit / sa m’bluajn mullinjzit
cosa hai visto tu uccello oggi / quel che hai visto tu ho visto io / ho visto il turco e una ragazza / la ragazza andava piangendo / il turco andava cantando / andarono alla fonte delle villane / mangiando e bevendo / il turco si addormentò / sciolse la cintura del suo fianco / legò piedi e mani al turco / quando si svegliò il turco / i pianti del turco / fecero tremare i monti / le lacrime del turco / fecero straripare i torrenti / tanto da far macinare i mulini
Falemia Shėr Meri
Falemia Shër Meri / Ave MariaCanto devozionale eseguito durante il rosario in occasione delle festività mariane
A S. Costantino vi sono numerose feste in onore della Madonna; oltre alla chiesa madre, dedicata al patrono S. Costantino Imperatore (un santo venerato dalla sola chiesa orientale), vi sono due chiese dedicate alla Madonna delle Grazie e alla Madonna della Stella. La festa principale è quella della Madonna della Stella, la seconda domenica di maggio, ricorrenza durante la quale vengono incendiati i tipici pupazzi di cartapesta: i Nusazit.