Banzi è un Comune in Provincia di Potenza che sorge su un territorio collinare che domina il corso del torrente Fiumarella. L’antico abitato si formò intorno all’abbazia benedettina di S. Maria seguendone prosperità e decadenza. L’abbazia di Banzi, è la più antica della Basilicata sorta al centro dell’antica città sannita-lucana denominata “Bantia”, che nel II secolo a.C. divenne municipium romano. Nell’orto dell’abbazia si rinvennero i resti di un tempio augurale oggi custoditi al Museo Nazionale archeologico di Venosa.
Un’altra preziosa testimonianza dell’antico passato è data dalla Tabula Bantina Osca oggi conservata presso il Museo Nazionale di Napoli. Si tratta di una lastra di bronzo, scritta su ambedue le facciate, che riporta leggi romane e norme osche. La scelta di tale posizione per la costruzione dell’abbazia forse è da imputare alla presenza di abbondante materiale da ricostruzione disponibile in loco.
Banzi
Il primo documento attestante l’esistenza dell’abbazia risale alla fine dell’VIII secolo o agli inizi del IX secolo. Si tratta di un atto di donazione con cui l’abbazia era sottomessa al monastero di Montecassino. A tale data l’abbazia era già attiva, era un luogo religioso-culturale, con un’economia chiusa e una struttura architettonica che comprendeva la chiesa, il refettorio, il mulino e le varie botteghe ed era circondata da campi coltivati e vigneti. Il periodo normanno fu fiorente per l’abbazia perché i principi ne accrebbero notevolmente i possedimenti. L’abbazia conobbe i primi segni di decadenza a partire dal XIV secolo mentre nel XVI secolo ai benedettini subentrarono gli agostiniani. Il monastero fu affidato a partire dal 1666 ai francescani. Le condizioni del convento e della chiesa erano precarie tanto che a partire dal 1688 si decise di costruire un nuovo convento e sul perimetro della vecchia chiesa una nuova in stile barocco roccocò.
La chiesa attuale è a navata unica coperta da volte a botte e con quattro cappelle laterali. Sulla facciata vi è un bassorilievo in pietra calcarea del 1331 raffigurante la Vergine in Trono con ai piedi il committente. Nella chiesa si venera un’icona lignea del XIII secolo, raffigurante il volto della Vergine, che è la parte superstite di una tavola che doveva avere dimensioni maggiori probabilmente andata distrutta in un incendio. All’interno si conserva anche una bellissima statua lignea del XIII secolo, raffigurante la Madonna col Bambino, di un ignoto scultore locale. In epoca barocca furono aggiunte le volute del trono e gli angeli, mentre di recente è stato aggiunto un manto in cartapesta.