Lavello, centro agricolo e industriale della valle ofantina, è un comune in provincia di Potenza.
E’ l’antica Forentum, città abitata da genti di cultura daunia, conquistata dai Sanniti nel IV secolo a.C. Roma interviene nel 314 a.C. per richiesta dei Dauni togliendo la città ai Sanniti. Numerose sono le sepolture aristocratiche di donne di probabile origine sannita rintracciate in tutto il territorio.
In età normanna assunse notevole importanza grazie alla sua posizione geografica vicina ai tratturi che collegavano le zone interne della Lucania al tavoliere pugliese. Infatti, il nome Labellum deriva da labrum che vuol dire abbeveratoio.
Lavello
Ai Normanni si deve la costruzione del castello a pianta rettangolare e con ingresso principale ad ovest. Le case costruite intorno hanno alterato la struttura originaria. Da un ampio portale, su cui si erge lo stemma della famiglia Orsini Del Balzo, feudatari del Trecento, si accede al cortile interno, che conserva al centro un pozzo in pietra monumentale con lo stemma nobiliare della famiglia Del Tufo, a cui appartenne il castello nel secolo XVI. Attualmente è sede del municipio e del museo della civiltà contadina.
Nella chiesa di S. Anna si conserva un dipinto su tela raffigurante l’Annunciazione firmata e datata da Antonio e Costantino Stabile, anche se l’intervento del secondo si limita alla finta predella.
Nella chiesa di S. Anna si conserva un dipinto su tela raffigurante l’Annunciazione firmata e datata da Antonio e Costantino Stabile, anche se l’intervento del secondo si limita alla finta predella.
La chiesa madre è intitolata a S. Mauro martire, ma in età normanna era intitolata alla Beata Vergine Assunta. Trasformazioni architettoniche della cattedrale si ebbero tra il XVI e XVIII secolo, ed ancora nel XX secolo. Le ultime trasformazioni risalgono al 1986, in tale occasione fu rifatto il pavimento della navata centrale, e staccati gli intonaci ottocenteschi dalle cappelle sono venuti alla luce alcuni affreschi settecenteschi con immagini di Santi. In una cappella si conserva un sarcofago in pietra calcarea del 1550 e alcune pale d’altare e statue lignee.
Nel santuario di Maria Santissima del Principio, oggi cappella cimiteriale, si conserva un dipinto su tavola posto in fondo alla navata centrale in un’icona di legno lavorato e un dipinto su tela raffigurante la Madonna delle Grazie posto sulla volta della navata maggiore. Alle spalle del Cimitero, ai margini di un pianoro che si affaccia sulla Valle dell’Ofanto, è visitabile il primo nucleo del parco archeologico della Forentum romana, costituito dai resti di un santuario dauno-romano databile al III-I secolo a.C. Oltre all’altare si possono ammirare tra le rovine anche due cisterne per la raccolta dell’acqua.
A 7 chilometri dal paese in un vallone posto nei pressi della masseria Iannuzzi sono visibili i ruderi di un santuario denominato “Madonna della Foresta” o “Madonna del Bosco delle Rose”. Il vasto bosco di querce che circondava il santuario oggi è scomparso del tutto. Secondo la tradizione, il santuario fu fondato nel secolo XI ed in seguito S. Guglielmo di Vercelli vi fondò un monastero. Del santuario oggi sono visibili le mura perimetrali di epoca normanna ad un’unica navata absidata, probabilmente coperta da una struttura lignea. Gli affreschi delle pareti, staccati a cura della Soprintendenza, sono oggi conservati nella sede del Banco di Credito Cooperativo di Gaudiano.