Castel Lagopesole, comunemente Lagopesole, è una frazione di Avigliano, Comune in provincia di Potenza. Il toponimo deriva da “lacus pensilis” a ricordo di un lago dell’era quaternaria presente nella valle sottostante e formatosi in seguito alle eruzioni del vulcano vulture che deviarono il corso dell’Ofanto. Il lago era ben visibile in età medievale ma oggi si presenta completamente prosciugato. Il castello eretto su un’altura in posizione panoramica domina la valle di Vitalba. L’impianto originario della fortezza, che gravitava nel sistema di controllo del territorio regolato dalla città castello di Acerenza, si deve ad un catepano bizantino. In seguito, nel secolo XI sui resti del vecchio castello bizantino i normanni costruirono l’attuale fortezza, una costruzione rettangolare, con possenti torri quadrate e due cortili interni a difesa di un territorio il cui centro politico era Melfi.
Lagopesole
Nel 1242 l’imperatore Federico II ordinò i lavori di costruzione del donjon nel cortile più piccolo e il ripristino di una sala al pian terreno adiacente all’originaria porta d’ingresso.
Per la costruzione della torre fu aperta ai suoi piedi una buca profondissima utilizzata come discarica di rifiuti nel periodo angioino. In essa si gettarono avanzi di pasti e rifiuti architettonici di vario tipo. I materiali, rinvenuti in seguito ai recenti scavi archeologici, sono esposti nel piccolo museo allestito nella sala al piano terra del cortile maggiore. Si osservano frammenti di piastrelle in maiolica e di oggetti da mensa in ceramica, monete bizantine e denari d’argento. Il pezzo più pregevole della collezione è la testa scolpita in marmo di un leone nell’atto di azzannare la sua preda, che doveva far parte di un sarcofago di grandi dimensioni databile alla fine del III sec. d.C., uno dei tanti reperti di scultura classica collezionati dall’imperatore Federico II.
Per la costruzione della torre fu aperta ai suoi piedi una buca profondissima utilizzata come discarica di rifiuti nel periodo angioino. In essa si gettarono avanzi di pasti e rifiuti architettonici di vario tipo. I materiali, rinvenuti in seguito ai recenti scavi archeologici, sono esposti nel piccolo museo allestito nella sala al piano terra del cortile maggiore. Si osservano frammenti di piastrelle in maiolica e di oggetti da mensa in ceramica, monete bizantine e denari d’argento. Il pezzo più pregevole della collezione è la testa scolpita in marmo di un leone nell’atto di azzannare la sua preda, che doveva far parte di un sarcofago di grandi dimensioni databile alla fine del III sec. d.C., uno dei tanti reperti di scultura classica collezionati dall’imperatore Federico II.
Al castello si accede attraverso una grande porta con caditoia difesa da due possenti torri laterali. Di fronte all’ingresso, nel cortile maggiore, si apre la cappella ricavata in una delle torri. Dal portale a sesto acuto, impreziosito da un motivo a zig zag, si accede all’unica navata absidata in cui si conserva l’affresco del crociato in preghiera. La parete sinistra della cappella ha due grosse mensole in pietra scolpita che sostenevano una tribuna lignea dalla quale l’imperatore assisteva alle funzioni religiose. Al primo piano “il salone dell’imperatore” decorato da una serie di mensole una diversa dall’altra di notevole pregio artistico, “il salone della regina” e quello degli “armigeri”.
Al centro del cortile piccolo si erge il "mastio", un torrione quadrato con un’unica porta d’ingresso in pietra calcarea posta a circa 4 m di altezza, e poggiante su due mensole scolpite a figure umane. La torre ha un solo ambiente con una volta a crociera a costoloni. Gli scultori che lavorarono a Lagopesole furono Mele da Stigliano, autore del portale della cappella e dei capitelli, con il quale collaborò Melchiorre da Montalbano.
Al centro del cortile piccolo si erge il "mastio", un torrione quadrato con un’unica porta d’ingresso in pietra calcarea posta a circa 4 m di altezza, e poggiante su due mensole scolpite a figure umane. La torre ha un solo ambiente con una volta a crociera a costoloni. Gli scultori che lavorarono a Lagopesole furono Mele da Stigliano, autore del portale della cappella e dei capitelli, con il quale collaborò Melchiorre da Montalbano.
Lagopesole
Il Borgo
Il paesaggio del Vulture da Lagopesole