Venosa è un comune in provincia di Potenza che si trova nel territorio del Vulture, considerata tra i borghi più belli d’Italia.
Le origini di Venosa si perdono nella notte dei tempi. Il sito preistorico di Notarchirico, posto a pochi chilometri dal centro abitato, è il più antico della Basilicata. Ha restituito numerosi resti fossili di animali estinti, il femore dell’homo erectus e numerosi strumenti litici.
La città fu fondata dai romani nell’anno 291 a.C. a controllo della valle dell’Ofanto, e della via Appia. I Romani dopo la vittoria sui Sanniti, dedicarono la città a Venere, divinità cara ai vinti.
La storia di questa città a partire da questa data è legata alla storia di Roma che la eleva a "Municipium" (città romana), estendendo il diritto di voto e di cittadinanza ai suoi abitanti.
Qui nacque e trascorse la sua adolescenza il grande poeta latino Quinto Orazio Flacco.
Venosa
Nel Parco Archeologico, in località S. Rocco, si conservano i resti monumentali di un impianto termale, realizzato tra il I e il III secolo d.C., in cui si susseguono ambienti freddi, tiepidi e caldi, di una domus con mosaico facente parte dei quartieri abitativi, e i resti perimetrali della prima basilica paleocristiana, che si caratterizza per la tricora con fonte battesimale esagonale. L’edificio fu ampliato con l’aggiunta di due navate laterali, del deambulatorio e di un altro fonte battesimale cruciforme. In continuità dell’Abbazia della SS Trinità, Roberto il Guiscardo volle costruire una chiesa di più ampie dimensioni per ospitare il sacrario degli Altavilla. Un’opera mai ultimata e per questo detta l’Incompiuta realizzata con materiali lapidei provenienti dal vicino anfiteatro romano. I resti mortali degli Altavilla restano custoditi in un sarcofago della navata destra della SS. Trinità, eretta su un’antica basilica del VII secolo di cui si conservano parte dei pavimenti a mosaico e la cripta a corridoio, in parte scavata e in parte costruita, posta sotto l’altare maggiore.
A testimonianza della presenza di comunità ebraiche, nel periodo alto-medievale, si conservano nel Museo Archeologico Nazionale, allestito nei sotterranei del castello, numerose lastre lapidee con iscrizioni in ebraico databili tra il IV e il IX secolo, provenienti in gran parte dalle catacombe ebraiche. Il castello costruito dal duca Pirro del Balzo a partire del 1460 sullo schema del Castelnuovo di Napoli, circondato da fossato difensivo, con ponte levatoio all’ingresso e possenti torri cilindriche. Dalla seconda metà del XVI secolo il castello si trasforma in dimora signorile ad opera del principe Carlo Gesualdo, un prestigioso compositore di musiche sacre che volle ospitare al castello una scuola di diritto e di medicina, l’accademia dei Piacevoli e dei Rinascenti frequentata da poeti e letterati.
Nei pressi del castello è la fontana Angioina, la più grande tra quelle presenti in città impreziosita con due leoni in pietra posti alle estremità. Un altro leone in pietra, proveniente dalla città romana, sovrasta la fontana monumentale di Messer Oto che si distingue per una vasca di forma quadrata utilizzata come lavatoio pubblico.
La statua del poeta latino Quinto Orazio Flacco nato a Venosa
Vista del Parco Archeologico di Venosa che racchiude l’area monumentale della città
Tutta l’area monumentale di Venosa stupisce per la ricchezza delle opere e dei manufatti presenti, gli splendidi capitelli, i mosaici, rare espressioni di uno splendore che la città tutt’ora emana.